sabato 23 luglio 2011

Caso Toyota: è ufficiale, era degli automobilisti la colpa

Sono passati quasi due anni da quando è iniziato il famoso caso dell’acceleratore bloccato in alcuni modelli prodotti dalla Toyota e venduti in tutto il mondo. Questo caso ha fatto molto scalpore, segnando per sempre il marchio giapponese, e infatti c’è chi crede che sia stata una messa in scena ben architettata per spodestare la Toyota dal suo trono in Nord America e nel resto del mondo. Il Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti d’America ha emesso il suo verdetto finale qualche giorno fa, in esso si sostiene che la colpa delle accelerazioni non intenzionali è da attribuire ai conducenti per il loro aver confuso il freno con l’acceleratore. Negli scorsi 24 mesi si è discusso di ogni componente che potesse aver avuto un ruolo nei suddetti blocchi dell’acceleratore: dai tappetini all’acceleratore elettronico, passando per la scarsa resistenza dell’auto alle interferenze elettromagnetiche; successivamente la Toyota ha provveduto quasi immediatamente a fare un maxi richiamo per apportare le dovute modifiche alla parti interessate. In ogni caso le auto della casa sono sempre risultate conformi agli standard e alle tecniche di produzione previsti. In termini economici il caso Toyota si è risolto per il costruttore giapponese con migliaia e migliaia di veicoli chiamati a revisione e un buco bello grosso negli introiti per la perdita di un cospicuo numero di clienti e conseguentemente di vendite. Non sappiamo se si sia trattato di uno scandalo montato al momento giusto sfruttando una debolezza nella progettazione di casa Toyota ma, in ogni caso, ad oggi non sappiamo ancora quanto sia costato al colosso questo scandalo in termini numerici. Sicuramente questo verdetto scatenerà polemiche a non finire, vedremo come si evolverà la faccenda nel tempo.




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