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Toyota Auris Hybrid - Test drive. Barcellona. Il concetto di auto ibrida, ossia alimentata da una doppia motorizzazione, combustione ed elettrico, è ormai entrato a far parte a pieno titolo del mondo dell’auto, tanto che se anni fa era esclusivo appannaggio della Toyota Prius, oggi è una configurazione adottata anche da altri costruttori sensibili ai problemi di emissioni, inquinamento e sostenibilità. Ma un ibrido che allestisca una macchina destinata a fare grandi volumi di vendita, ancora non c’era. Toyota si è data come obbiettivo quello di arrivare alla fine di questo decennio con una versione Full Hybrid per ogni sua vettura di gamma e per aprire le danze cominciando questo percorso ha sviluppato la nuova Auris HSD, in prevendita da luglio e disponibile da settembre.
La nuova Auris, presentata pochi mesi fa, si avvale ora del motore ibrido parallelo derivato dalla terza generazione della Prius. Ormai tutti sanno come funziona, ma ripetere giova: al di sotto di certe velocità, schiacciando poco il pedale del gas, la macchina procede in modalità elettrica, mentre quando si richiedono prestazioni maggiori (maggiore velocità, lo scatto per fare un sorpasso, una salita eccetera) entra in funzione il tradizionale motore a combustione, nel caso della Auris un 1800 cc. Il fatto che sia parallelo, poi, significa che per ulteriori aumenti di prestazioni, il motore elettrico va ad “aiutare” quello termico, dando un aiuto in termini di prestazioni. Questo anche perché, per tenere le emissioni ed i consumi entro parametri record per la categoria (si parla infatti di 89 g/km di CO2 e 3,8 litri/100 Km) non si è usato un tradizionale motore 4 tempi a ciclo Otto, a a ciclo Atkinson.
Senza entrare troppo in tecnicismi ingegneristici, diremo che il motore a ciclo Atkinson ha una corsa dei pistoni più lunga che comporta prestazioni meno esaltanti, ma appunto meno consumi e meno emissioni. Per sopperire, quindi, alla minore “aggressività” del motore a ciclo Atkinson, entra in gioco l’elettrico che, quando sono richieste prestazioni maggiori, lavora in modo combinato al motore termico aggiungendo la potenza che manca.
La Auris Hybrid, poi, presenta anche delle interessanti novità per quanto riguarda le modalità di guida selezionabili. Nella prima modalità, quella “Eco mode”, il computer ottimizza l’apertura della farfalla, limitando l’erogazione ed anche il condizionatore, quindi spingendo il pedale all’80%, si avrà il 50% della potenza massima, potenza massima che si attesta sui 136 Cv.
Quando invece si immette la modalità “Power mode”, il rapporto cambia e al 50% della pressione del pedale, la macchina eroga l’80% della potenza massima, mentre il condizionatore funziona a pieno regime. La terza, interessante, modalità di guida è denominata “EV” ed è puramente elettrica. In questa modalità si ha un’autonomia limitata, ma sufficiente per attraversare un centro storico nel più totale silenzio, ad una velocità che non superi i 50 km/h.
Certo la carica della batteria non è sufficiente a lunghi tragitti in modalità puramente elettrica, ma è pur vero che si può ricaricare le batterie, oltretutto, posizionando la leva del cambio sulla posizione B, si ha più freno motore e la ricarica avviene più velocemente.
Le batterie, poi, hanno inciso anche sullo studio degli spazi interni e sulle sospensioni, essendo queste ingombranti e pesanti: sono posizionate tra il portabagagli e i sedili posteriori e non vanno a diminuire lo spazio del portabagagli che, nella versione prodotta per l’Italia, mantiene 280 litri di capacità di stiva. Dal punto di vista del peso, invece, batterie e sistema ibrido in genere rendono la vettura più pesante di 105 Kg, dato rilevante che ha quindi portato ad una diversa taratura delle sospensioni per avere una risposta ottimale alla guida.
Si è voluto, inoltre, mantenere delle prestazioni di guida all’altezza delle concorrenti, quindi la Auris Hybrid viene dichiarata capace di fare da 0 a 100 km/h in soli 11,4 secondi, grazie anche ad un coefficiente aerodinamico ridotto e all’utilizzo di gomme ecologiche, a basso rollio, misure che, oltretutto, contribuiscono ampiamente all’abbattimento di consumi ed emissioni.
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